Dentro a ogni notte c’è un personaggio e un autore. Parte 1

Ci riunivamo in quel teatro di notte, quando il resto della città dormiva. Smessi i panni di insegnante d’inglese, di studente universitario, di avvocato, ne vestivamo di altri, più comodi, lasciavamo che i nostri demoni uscissero allo scoperto come per la notte di Halloween, come nelle feste dionisiache e come nel Carnevale.

Non si trattava di maschere, ma di un entrare in contatto con ciò che di giorno tenevamo nascosto, chi per paura, chi per comodità, chi perchè è così e basta.

Potevamo scegliere di essere qualsiasi personaggio, in quel luogo sospeso tra spazio e tempo.

La notte implorava di essere vissuta, la luna chiedeva di restare. Quella notte, il mio osservare in silenzio fu interrotto da Carmen che aveva iniziato a suonare una sorta di arpeggio avvolgente. Le sue dita accarezzavano dolcemente le corde producendo qualcosa di raffinato da quell’insieme di legno e nylon. Marina rideva e danzava felice come una bambina, senza curarsi della musica. Davide vestiva i panni di una moderna Lady Macbeth.

Incontrandoci alla luce del giorno, avresti potuto pensare che fossimo persone comuni, convenzionali, che si alzano presto per andare chi al lavoro chi in facoltà. Tuttavia di notte in teatro, amavamo slegarci da quella corda troppo stretta che è la quotidianità, o che forse più semplicemente siamo noi stessi.

Uscire da se stessi apre un milione di strade, sta a noi scegliere.

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Posted on 25 dicembre '11 by , under Frammenti.








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